Quota 100, davvero non conviene?

Ma davvero il pensionamento anticipato con Quota 100 è una soluzione così sconveniente?

Ad analizzare l’impatto di questa scelta è lo studio realizzato da Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari Previdenziali e Alberto Cauzzi e Silvin Pashaj fondatori di Epheso I.A. srl, società che sviluppa sistemi di simulazione previdenziale.

Lo studio, che mette a confronto il pensionamento di Quota 100 con l’attuale pensionamento per Vecchiaia, dimostra che con l’uscita anticipata il pensionato ci guadagna sempre, sia nel caso di un trattamento prevalentemente calcolato col sistema retributivo, che nel caso di un trattamento calcolato maggiormente col contributivo.

Se si considera un lavoratore dipendente nato nel 1957, che ha iniziato a lavorare nel 1977 con una retribuzione imponibile di 30mila euro, con la prospettata quota 100 andrebbe in pensione a 62 anni e 1 mese e otterrebbe una pensione lorda di 20.993 euro, pari a 16.616 euro netti. Se aspettasse l’età di vecchiaia prevista dalla Fornero, 67 anni e 10 mesi, incasserebbe 26.636 euro lordi, 20.397 euro netti. Il 22,7% in più. Ma per poter confrontare le due soluzioni occorre considerare il valore complessivo delle prestazioni pensionistiche attese in tutto il periodo, dal primo pensionamento fino alla speranza di vita.In questo modo la situazione si ribalta a favore di Quota 100 con un vantaggio del 6,4%, che diventa del 18,9% se si considerano a valor negativo anche i contributi versati dal soggetto e dal datore di lavoro nel periodo che intercorre dal primo pensionamento al secondo.

Il vantaggio dell’uscita anticipata con Quota 100 è confermato anche se lo stesso lavoratore ha iniziato a lavorare 4 anni dopo e che pertanto avrà una pensione calcolata prettamente col sistema contributivo. La differenza tra i trattamenti alle due diverse età di uscita è pari al 27,2%. Ma anche in questo caso considerando il vantaggio cumulato rapportato alla speranza di vita rimane comunque a favore di Quota 100: 2,5% escludendo i contributi previdenziali versati; 15,6% se metto sul piatto anche i contributi versati nell’attesa dell’età per vecchiaia.

Vedi lo studio completo.

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